Nebbiolo

Nel suo Saggio intorno alle viti ed ai vini della Provincia di Ivrea e della Valle d’Aosta del 1833, Lorenzo Francesco Gatta descrive il Nebbiolo come il vitigno più diffuso in Canavese. L’autore classifica questa varietà a Loranzè come “frequentissima”.

Goffredo Casalis nel Dizionario geografico – storico – statistico – commerciale del 1841 descrive Loranzè come luogo in cui i vigneti allignano molto bene e la specie di uva, che si può dir indigena, è il nebbiolo.

Si tratta del biotipo Picotener che contraddistingue le zone DOC del Canavese, del Carema e del Vallée d’Aoste. Produce un vino particolarmente idoneo al lungo invecchiamento, di elevata alcolicità, acidità energica ma equilibrata, tannicità intensa ma vellutata, molto persistente.

Erbaluce

Le prime notizie di questo vitigno risalgono al 1606, quando viene menzionato in un suo libro da Giovan Battista Croce, gioielliere presso il duca Carlo Emanuele I. Come il Nebbiolo domina tra i vitigni canavesani a bacca nera nel XIX secolo, così la varietà più diffusa tra i bianchi è l’Erbalus. A cavallo tra Otto e Novecento l’Erbaluce prodotto a Loranzè dal conte Francesetti, secco e passito, vince numerosi premi.

L’Erbaluce è considerato il “più rosso dei vini bianchi” in quanto presenta caratteristiche gustative di particolare forza e intensità, paragonabili, appunto, ad un vino rosso.Si tratta di un vitigno estremamente duttile: si presta a essere vinificato secco, in versione passito o a essere spumantizzato, grazie alla sua spiccata acidità.

Nei nostri vigneti abbiamo scelto un impianto a guyot con elevato distanziamento fra le viti (4 metri), per garantire una potatura lunga come sulle antiche pergole ed ottimizzare quindi il ciclo vegetativo.

Barbera

La fillossera ebbe un impatto devastante in Canavese alla fine dell’Ottocento. Con il reimpianto dei vigneti si diffuse la coltivazione di questo caratteristico vitigno piemontese.

La varietà impiantata nei nostri vigneti produce un vino di elevata alcolicità, acidità marcata e grande struttura.